Fino a poco tempo fa l’impiego di termometri al mercurio per misurare la febbre era una comune prassi che offriva il vantaggio di una misurazione abbastanza precisa ma che aveva un rischio intrinseco di tossicità nel caso in cui qualcosa fosse andato storto.
Tutti almeno una volta nella vita abbiamo inseguito palline di mercurio nelle fughe del pavimento. Tutti, in quel frangente, siamo stati soggetti esposti (anche se per poco) ad una sostanza tossica.
Dal 2009, però la commercializzazione di termometri per la misurazione della temperatura corporea contenenti mercurio è stata vietata in Italia. Con decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 18 ottobre 2009 l’Italia ha infatti recepito la direttiva europea che ha vietato le apparecchiature di misurazione contenenti mercurio perché pericolose e dannose per l’ambiente e la salute umana.
Perché il mercurio è pericoloso?
Il mercurio è un metallo pesante, l’unico allo stato liquido a temperatura ambiente terrestre, come tale è molto volatile.
Il mercurio e i suoi componenti sono estremamente tossici per gli esseri umani, gli ecosistemi e la fauna selvatica. Elevate dosi di mercurio possono rivelarsi mortali per gli esseri umani, e anche dosi relativamente ridotte possono avere gravi effetti negativi sullo sviluppo neurologico. Motivo per cui, quando si rompe un vecchio termometro, donne in gravidanza e bambini dovrebbero stare alla larga.
È stato inoltre individuato un probabile nesso con effetti negativi sul sistema cardiovascolare, il sistema immunitario e l’apparato riproduttivo. Il mercurio è considerato un inquinante globale e persistente che circola, sotto diverse forme, in aria, acqua, sedimenti, suolo.
Può modificarsi nell’ambiente e mutarsi in metilmercurio, la sua forma più tossica. Il metilmercurio si deposita e si concentra soprattutto nella catena alimentare acquatica, ponendo a rischio in particolare la fauna e gli esseri umani che consumano grandi quantità di pesce e molluschi. Il metilmercurio supera rapidamente la barriera placentare e quella cerebrale inibendo lo sviluppo mentale potenziale anche prima della nascita. L’esposizione delle donne in età fertile e dei bambini desta pertanto gravi preoccupazioni. Il mercurio e i prodotti della sua degradazione, principalmente il metilmercurio, destano le stesse preoccupazioni delle sostanze persistenti, bioaccumulabili e tossiche, e hanno proprietà di trasporto a lunga distanza.
L’intossicazione da mercurio può così avvenire per contatto (la sostanza è in grado di penetrare i tessuti cutanei), per inalazione e soprattutto attraverso il cibo. Il metilmercurio presente negli alimenti, in modo particolare nei pesci (ma in misura minore anche nei cereali) costituisce infatti la fonte più pericolosa di contaminazione. Seguono poi (ma non solo) vernici, cere per pavimenti, antisettici, lucidanti per mobili, i filtri dei condizionatori d’aria.
Cosa fare se si rompe un vecchio termometro?
Far immediatamente allontanare donne in gravidanza e bambini
Separare il mercurio dai vetri con l’ausilio di una siringa, scotch o facendolo rotolare su un foglio di carta. Non utilizzare aspirapolvere e scopa, per non contaminare l’aria
Riporre quindi il tutto in un contenitore non metallico ben chiuso e rivolgersi alla farmacia per lo smaltimento
Illuminare con una torcia la zona per controllare di non aver lasciato residui
Aerare l’ambiente prima di tornare a soggiornarvi