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Massimiliano Vurro

La prossima ondata? L’intelligenza artificiale multimodale per la cura dei pazienti

Immagina di essere su una spiaggia, osservando il sole che tramonta all’orizzonte. Il colore del cielo cambia, le onde si infrangono dolcemente sulla riva e una leggera brezza ti sfiora il viso. Ora, confronta questa esperienza con la lettura di un paragrafo che descrive la scena: un testo, per quanto preciso, non può catturare tutte le sfumature sensoriali e emotive che stai vivendo. Questa è l’essenza del multimodale: una combinazione di più modalità sensoriali per comprendere appieno una situazione.

Ed è proprio qui che entra in gioco l’intelligenza artificiale multimodale nella sanità. Attualmente, oltre il 97% dei dati sanitari non è costituito da testo. Le cartelle cliniche di un sistema sanitario medio includono immagini mediche come radiografie e risonanze magnetiche, forme d’onda ECG, sequenze genomiche, video chirurgici e molto altro. Se pensiamo che i modelli di intelligenza artificiale generativa, come GPT, siano già incredibilmente potenti nel comprendere e generare contenuti testuali, è facile immaginare il loro enorme potenziale una volta che saranno in grado di elaborare anche tutti questi altri tipi di dati.

La rivoluzione della multimodalità

Il termine multimodale si riferisce alla capacità di un’intelligenza artificiale di elaborare e comprendere dati provenienti da più modalità, come testo, immagini, audio e video. Nell’assistenza sanitaria, ciò significa integrare informazioni provenienti da diverse fonti per ottenere una visione complessiva della salute del paziente.

Pensa, ad esempio, a una radiografia del torace: l’immagine da sola può fornire informazioni visive sulle condizioni dei polmoni, ma cosa succederebbe se l’intelligenza artificiale potesse analizzare anche i dati genetici del paziente, i segnali ECG e i dialoghi medici? Un modello di intelligenza artificiale multimodale ben addestrato potrebbe rilevare correlazioni complesse e fornire una diagnosi molto più accurata rispetto a quella che si otterrebbe analizzando un singolo tipo di dato.

Questo tipo di IA sarebbe in grado di “vedere” e “sentire” come un essere umano, ma con una capacità di elaborare e riconoscere modelli che superano di gran lunga le possibilità umane. Siamo solo all’inizio, ma il potenziale è enorme.

La sfida della tokenizzazione

Uno dei principali ostacoli alla realizzazione di un’intelligenza artificiale multimodale nel settore sanitario è l’enorme complessità dei dati. Modelli come GPT elaborano i dati tramite un processo chiamato tokenizzazione, che suddivide il flusso di informazioni in unità più piccole: il testo viene diviso in parole o frasi, le immagini in pixel, l’audio in forme d’onda. Tuttavia, questo approccio, sebbene efficace con il testo, si complica quando si tratta di dati sanitari più ricchi e variegati.

Nonostante le difficoltà, la tokenizzazione permette ai modelli di riconoscere schemi e relazioni tra diversi tipi di dati, un processo che sta alla base dell’apprendimento autoregressivo. In questo modo, i modelli possono “prevedere” quale potrebbe essere il prossimo token, che si tratti di una parola in un testo o di un particolare pattern in un’immagine medica.

Verso una medicina guidata dall’IA

Uno degli scenari più affascinanti per il futuro dell’IA multimodale è l’introduzione dell’IA medica generalista, un sistema in grado di comprendere e trattare una vasta gamma di compiti clinici. Questa IA potrebbe non solo interpretare immagini radiologiche e integrarle con i dati genetici e testuali, ma anche comunicare direttamente con i pazienti e suggerire piani terapeutici personalizzati.

Immagina una visita medica in cui l’intelligenza artificiale ascolta i tuoi sintomi, analizza la tua cartella clinica completa, confronta i tuoi esami del sangue con quelli di migliaia di altri pazienti e fornisce una diagnosi accurata in pochi secondi. Potrebbe anche suggerire ulteriori esami diagnostici o addirittura monitorare il progresso della terapia, rilevando miglioramenti o peggioramenti prima che siano evidenti all’occhio umano.

Non solo: questa tecnologia potrebbe rivoluzionare la ricerca medica, permettendo agli scienziati di esplorare enormi quantità di dati multimodali in modo che prima era semplicemente impensabile. Le implicazioni sono enormi, sia in termini di precisione diagnostica che di velocità di trattamento.

La strada verso il futuro

Sebbene siamo ancora lontani dal raggiungere questo obiettivo, i progressi nel campo dell’intelligenza artificiale multimodale stanno avanzando rapidamente. Strumenti come GPT-4 e Microsoft Copilot sono già in grado di elaborare più modalità di dati non sanitari, ma la sfida più grande rimane l’applicazione di questi modelli ai dati sanitari reali.

Un sistema multimodale addestrato sui dati sanitari potrebbe identificare anomalie sottili che potrebbero sfuggire anche all’occhio più esperto, salvando vite e migliorando la qualità della cura dei pazienti. Tuttavia, ciò richiede una massiccia quantità di dati, risorse computazionali e un approccio etico per garantire che i dati sensibili siano trattati in modo sicuro e responsabile.

Ma siamo sulla buona strada. La prossima ondata dell’intelligenza artificiale sarà multimodale, e la sanità sarà uno dei settori che ne trarrà maggiore beneficio. Presto, le macchine non solo ci aiuteranno a leggere e scrivere, ma anche a vedere, ascoltare e comprendere il mondo in modi che non avremmo mai immaginato.